Grecia Salentina: un'area in cui si parla il Griko
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Grecia Salentina

Guida Turistica della città di Otranto

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  Questa pagina è una presentazione del Coordinamento Associazioni della Grecìa Salentina, con sede a Sternatìa (Lecce), nel cuore della GRECIA SALENTINA. In questa presentazione, si parla della Terra d'Otranto, regione un tempo facente parte dell'Impero Romano d'Oriente.

Sono numerose, nel Salento, le testimonianze di questo illustre passato (resti di monasteri ortodossi, cripte bizantine, casali abbandonati, chiesette bizantine, toponimi, festività, danze, canti, nonché una vastissima produzione letteraria). Inoltre, le opere del grande umanista Antonio De Ferraris, detto il Galateo (Galàtone, 1448-1517), tra le quali spicca «De Situ Japygiae», nonché quel che egli ci ha narrato della sua famiglia, di lingua e cultura greca, ed osservante il rito Greco-Ortodosso. Il rito liturgico Greco-Ortodosso, tipico della Cristianità Orientale ed oggi caduto in parte nell'oblìo, in epoca bizantina rappresentava la regola in Terra d'Otranto. Le ragioni della fine di questa tradizione sono da ricercarsi nella politica egemonizzante esercitata dalla Chiesa cattolica a partire dalla conquista normanna della Puglia con Roberto il Guiscardo (1071), nella caduta di Costantinopoli (1453), nell'interruzione delle comunicazioni con i centri religiosi e culturali dell'Oriente, nell'invasione turca di Otranto e del Salento (1480), con la conseguente distruzione del più importante monastero greco-salentino, S. NICOLA DI CASOLE. Questo cenobio, insieme a tutti gli altri che seguivano le antiche tradizioni monastiche ortodosse codificate fra gli altri da San Basilio il Grande e localizzati nella penisola salentina (erano trentaquattro), svolgeva un fondamentale ruolo non solo religioso, ma anche e soprattutto culturale, grazie alla presenza di una ricchissima biblioteca (i cui manoscritti superstiti sono ora conservati a Torino, Firenze, Napoli, Venezia, Città del Vaticano, Parigi, Londra, Berlino). Al suo interno, esisteva una scuola aperta a chiunque volesse avvicinarsi alle lettere greche, e nella quale venivano coltivate anche le lettere latine: "Fu proprio questa cultura che costituì l'effettiva matrice di conservazione dei valori della classicità di fronte alle irruzioni barbariche, il vivaio della più alta crescita intellettuale per il cristianesimo. Senza di essa non si spiegherebbe la meravigliosa espansione culturale nell'età normanno-sveva" (G. Gianfreda, «Il Monachesimo Italo-Greco In Otranto», Lecce, Edizioni del Grifo, 1994, p. 157).
La campagna militare dei Normanni in Puglia fu legittimata dall'accordo di Melfi (1059) con Papa Nicolò II, interessato a porre sotto il controllo pontificio queste terre di confine. Il fatto che il rito greco-ortodosso, le chiese ed i "PapadeV" (preti) greci sopravvivessero in buona parte del Salento fin dopo il Concilio di Trento (1563), convivendo col rito romano-cattolico, fu originariamente dovuto al disegno politico dei Normanni, teso ad impedire l'eventualità di una riconquista bizantina.
A loro fu sufficiente introdurre il feudalesimo ed instaurare la gerarchia episcopale latina. Quanto al resto, mirando a conseguire il consenso sociale, non risultò conveniente sopprimere la Liturgia Bizantina ed istituire il rito unico, cosa peraltro difficile da realizzare in un'area dove la popolazione era in maggioranza di lingua Greca.
L'area Ellenofona del Salento era un tempo assai estesa: essa comprendeva ben venticinque paesi. L'originaria composizione bilingue della comunità di Terra d'Otranto è già stata più volte riconosciuta. Nella maggioranza dei paesi si trattò di un passaggio dall'uso del greco nel sistema alto della comunicazione sociale all'uso anche colto del latino, non appena gli eserciti bizantini, con tutto il rispettivo apparato burocratico ed amministrativo, ebbero lasciato l'intero territorio del Salento.
Attualmente, quest'area - nota col nome di Grecia Salentina - è costituita da nove comuni, vale a dire Calimèra, Castrignano dei Greci, Corigliano d'Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino. In queste località esiste una parte della popolazione che è ancora in grado di esprimersi in Griko, la lingua Greco-Salentina quasi del tutto simile alla lingua parlata oggi in Grecia, (Dhmotikh) e che in Italia trova riscontro solo nel dialetto della zona di Bova, in provincia di Reggio Calabria.

Il Mulino

Calimera (Calimera, "Buon giorno" sia in Greco che in Griko) è un piccolo paese di 7,296 abitanti della Grecìa Salentina nella penisola Salentina in Italia, situato tra Gallipoli ed Otranto. Appartiene alla provincia di Lecce.
Gli abitanti di Calimera oltre l’Italiano parlano anche il Griko, una fusione linguistica che comprende il Greco antico, il Greco Bizantino ed elementi di Italiano. Oltre la lingua, il folclore, le tradizioni e la storia di Calimera rivelano le signigicative influenze greche nel corso degli anni, presumibilmente dall'antica colonizzazione della Magnia Grecia nell' 8° secolo dopo Cristo.
Il motto di Calimera è "Zeno esù en ise ettù 's ti Kalimera" (nel Greco Scritto: Zένο εσού 'εν είσαι ετού στη Καλημέρα), che significa "Nessuno è straniero a Calimera ".

Chiesa Matrice: fiancata e campanile

Castrignano dei Greci: Pittoresco comune della Grecia Salentina, affonda le sue radici nella leggenda. Vi è infatti chi lo vorrebbe fondato dal gentilizio romano “Castrinus” e chi invece farebbe derivare la sua etimologia dal termine latino “Castrurn” (accampamento) o dal vocabolo greco “Kastron” (castello), ad ulteriore conferma del suo stretto legame con l’Ellade. Castrignano dei Greci ha conservato il rito religioso greco fino al 1614, anno di morte di Don Menelao Pensa, i cui successori furono tutti di rito latino. E’ interessante tuttavia notare che anche quando fu adottato in maniera definitiva il rito della Chiesa di Roma, la parrocchia locale, che era greca, fu retta, per volere del popolo, da sacerdoti greci. Sappiamo per certo da fonti storiche, che durante la visita pastorale effettuata nel 1522 dall’arcivescovo di Otranto F. da Capua nel paese erano presenti numerose chiesette bizantine oggi scomparse; tra di esse ricordiamo quelle di Santa Maria dei Martiri, di S. Stefano, di S. Maria delle Puzzelle o delle Grazie (con annessa necropoli), della Santissima Trinità e di S. Anastasia. In epoca medioevale Castrignano venne donato a Pietro Indrimi dal re normanno Tancredi; successivamente tra le signorie che hanno avuto in feudo il paese ricordiamo i Prato, i Maresgallo e i Gualtieri. Nel centro abitato è possibile ammirare la cripta bizantina di S. Onofrio databile intorno al VI sec. d.C., edificata dai monaci basiliani che probabilmente ampliarono una preesistente grotta naturale adibendola poi a luogo di culto. Nella cripta di S. Onofrio, un tempo sormontata da una piccola chiesetta dedicata a S. Maria delle Gruttelle (o alternativamente a S. Maria della Candelora-Santa Maria della Visitazione e Santa Maria de Hidria), é presente l’iscrizione greca "IBYZ" ossia 1237, probabile data di una ristrutturazione. Il castello baronale, citato in una pergamena di Carlo I d’Angiò, era un tempo circondato da un fossato e munito di un ponte levatoio. Sul portone d’ingresso si ammira lo stemma nobiliare della famiglia Gualtieri (di tristi memorie popolari); la struttura muraria ha subito numerose modifiche in epoca medioevale, rinascimentale e nel recente passato. L’attuale chiesa madre dedicata alla “Madonna dell’Annunziata” fu edificata nel 1878 dal maestro Rocco Stomeo su progetto dell’architetto lecce-se Federico Elmo. Nel suo interno possiamo ammirare nove pregevoli tele dell’illustre pittore foggiano Saverio Altamura, dipinte nel 1892; altre opere dell’artista autore del “Trionfò di Mario”, si trovano oggi a Napoli, Firenze, Roma e Pompei. Tra gli altri monumenti di rilievo, citiamo la chiesa della Madonna dell’Arcona (1731), la chiesa dell’Immacolata (1650), la torre dell’Orologio edificata nel medesimo luogo ove un tempo vi era una torre preesistente che forse ispirò lo stemma del comune. Nel “Parco Pozzelle” sono presenti un centinaio di pozzi in buono stato di conservazione, che un tempo servivano a soddisfare le esigenze idriche della popolazione locale. Una peculiarità onomastica di Castrignano dei Greci è rappresentata dal nome “Arcona”, che alcuni farebbero derivare da “Icona” (immagine sacra), da “Arconte” (magistrato supremo di Atene nell’antichità), da “Arco” (come quello che un tempo era presente nella cappella dell’omonima Madonna), o ancora dalle parole greche “Arko” (essere il primo), “Arkeìon” (dignità), ecc. Tra i personaggi illustri citiamo: Fra’ Onofrio da Castrignano teologo e predicatore francescano, Vittorio Tarantini insigne filosofo (XV sec.), Fernando Marzo filosofo e scienziato (XVII sec.), Leonardo Mascello sacerdote e poeta, Angiolino Cotardo apprezzato ellinista e strenuo difensore della lingua e cultura grecanica, recentemente scomparso.

Arco Lucchetti
Corigliano d'Otranto è un comune di 5.632 abitanti della provincia di Lecce. È uno dei comuni della Grecìa Salentina. La denominazione del comune risale al greco 'chora' (terra, campagna). Il paese ha una grande tradizione culturale, all'interno della quale fondamentale è stata la presenza dei basiliani. Il loro cenobio, chiamato Sinodia e oggi scomparso, era dedicato a S. Giorgio e fu costruito nei primi anni del IX secolo. Il paese, per la fertilità della sua terra e per la vivacità culturale del cenobio, è stato uno dei centri più attivi della Terra d'Otranto, come peraltro appare dalle eleganti architetture, dall'insediamento delle masserie e dalla presenza di strutture difensive. Nel Rinascimento Corigliano ebbe uno dei periodi di massimo splendore con i de' Monti, ai quali si deve la costruzione del castello e della cinta muraria, che servirono ad arrestare l'invasione turca.

Il Giardino della Conoscenza
Martano è un piccolo comune di 9.503 abitanti della provincia di Lecce, in Puglia, Italia. È uno dei nove comuni della Grecìa Salentina ed anche il più popoloso. In griko il nome della città è Martana.
La cittadina è situata al centro della Grecia Salentina, in una posizione strategica che, dall'antica via romana Traiano-calabra (Lecce-Martano-Otranto), incrocia l'asse viario Otranto-Martano-Galatina-Gallipoli. Dista 20 km dal capoluogo e 18 km da Otranto.

Chiesa Matrice: Santa Maria dei Martiri Martignano è un comune di 1.770 abitanti della provincia di Lecce. È uno dei comuni della Grecìa Salentina.






Piazza S. Giorgio: scorcio dei portici
Melpignano è un comune di 2.209 abitanti della provincia di Lecce in Puglia, Italia. E’ uno dei nove comuni della Grecìa Salentina. Ogni anno vi si svolge, nella seconda metà di agosto, la Notte della taranta, evento musicale che porta decine di migliaia di persone nella cittadina per una notte all'insegna della pizzica e della cultura tradizionale salentina. Questo e altri eventi musicali si svolgono nella grande piazza antistante la chiesa della Vergine del Carmelo e l'ex convento degli Agostiniani, in una cornice suggestiva.






Campanile annesso alla chiesa Matrice
Soleto (in griko e in dialetto salentino Sulitu) è un piccolo comune dove si parla il Grico di 5.537 abitanti della provincia di Lecce in Puglia, Italia ed è uno dei nove comuni della Grecìa Salentina. Gli abitanti parlano correntemente il dialetto salentino, mentre la lingua grika è quasi del tutto scomparsa.Soleto dista circa 18 km dal capoluogo di provincia.




Piazza Umberto I Sternatia è un piccolo comune di 2.698 abitanti della provincia di Lecce in Puglia, Italia. E’ uno dei nove comuni della Grecìa Salentina.






Chiesa Madre San Pietro e Paolo Zollino è un piccolo comune di 2.194 abitanti della provincia di Lecce, in Puglia, Italia. E’ uno dei nove comuni della Grecìa Salentina.
 


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